"LA PALLACANESTRO MI HA DATO LA FORZA DI RIALZARMI" VALENTINA VIGNALI

Per lei il basket è una metafora della vita: "per "giocare" bene occorrono impegno, costanza e collaborazione". Da bambina voleva essere Kobe Bryant. Adora il rap, Chopin, viaggiare, cucinare dolci e la sera quando finalmente si rilassa sul divano. Abbiamo incontrato Valentina Vignali, cestista riminese 32enne nonché una delle ambassador di SHOPPING4GOOD, il programma di shopping sviluppato da QVC, in occasione del lancio di questa iniziativa che ha lo scopo di sostenere la ricerca scientifica oncologica femminile.

Come ti sei avvicinata al basket e che rapporto hai con questo sport?

Quando avevo cinque anni ho iniziato a fare danza nella palestra dove si allenava mia mamma. Ho proseguito con le mie compagne di scuola per qualche anno, ma non era il mio sport, mi sentivo frustrata. Ero altissima, a otto anni ero alta un metro e 74, ero più alta delle maestre. Quell'anno arrivò a casa per posta un volantino che invitava i bambini a provare una lezione di mini basket. Mi resi subito conto che praticando questo sport ero a mio agio, il mio corpo non era un ostacolo come nelle lezioni di danza dove mi mettevano in terza fila per non coprire le altre e perché ero lenta e goffa. Dalla quarta elementare alla seconda media ho fatto sia danza sia basket. In prima superiore mi ha comprato il Basket Cervia e a 16 anni ho esordito nella squadra A2 di questa società.

La cestista Valentina Vignali (ha giocato in società quali il Basket Cervia, il Fortitudo Pomezia e il Virtus Pavona dove gioca tuttora), ha accettato di prestare il suo volto a SHOPPING4GOOD di QVC, iniziativa che ha lo scopo di sostenere la ricerca scientifica oncologica femminile, anche perché lei stessa ha avuto un tumore alla tiroide. La malattia è comparsa quando aveva 20 anni

Per giocare a basket servono...

Impegno, costanza e collaborazione. L'impegno è la chiave di tutti gli sport. La costanza è necessaria per rispettare gli impegni presi. La collaborazione è fondamentale perché lo sport di squadra ti insegna a coabitare nello stesso ambiente così come dovrebbe essere sul lavoro. Un bravo atleta, secondo me, è anche un bravo lavoratore, perché sa collaborare con gli altri.

In una competizione sportiva quanto conta la preparazione fisica, la capacità di concentrazione e lo sportswear?

A mio avviso l'abbigliamento tecnico è quello che conta meno. La parte mentale invece conta moltissimo. Se sei concentrato e preparato mentalmente superi la stanchezza e anche dolori fisici come quelli per esempio provocati dal ciclo.

Quali sono i tuoi modelli sportivi e non?

Non ho degli idoli, ma una persona che mi ha ispirato fin dagli inizi della mia carriera di cestista è Kobe Bryant. Quando ero bambina, mentre le mie amiche si mettevano i tacchi della mamma, io facevo finta di essere lui e lanciavo palline di carta nel cestino dell'ufficio di mio padre. Kobe Bryant era veramente focalizzato sugli obiettivi, non saltava un allenamento, era metodico e costante. Al campetto finché non aveva segnato mille tiri non se ne andava.

Come fai a canalizzare la tua energia e ad aumentarla quando ti senti scarica?

Ci sono delle cose che mi aiutano a rilassarmi e in generale a stare bene come stare con gli animali - ho tre gatti e un cane - e passeggiare in mezzo alla natura senza cellulare. Purtroppo durante il giorno passo molto tempo al telefono. Oltre a giocare a basket - quest'anno è l'ultimo anno - lavoro a livello imprenditoriale con Instagram, ho un brand di makeup e lavoro con varie aziende di moda, beauty e viaggi di cui sono ambassador. Infine amo ascoltare la musica, dal rap che è il mio genere preferito alla musica classica. Per rilassarmi ascolto i Notturni di Chopin.

Cos'hai imparato dopo anni di sport a livello di alimentazione?

Ho iniziato a fare la modella quando avevo 15 anni, quindi quando ero molto piccola e molto malleabile mentalmente. A volte l'agenzia mi scartava a causa di un centimetro di troppo. Ho sofferto di problemi alimentari, non gravi grazie allo sport. Alla sera avevo gli allenamenti, dovevo correre, avevo quindi bisogno di "benzina", cioè di mangiare.

Per tutto ottobre ordinando sulle piattaforme multimediali di QVC Italia una serie di prodotti esclusivi messi a disposizione dai prestigiosi brand che supportano l'iniziativa, e/o aggiungendo una donazione di 1 euro si potrà contribuire alla raccolta fondi: il 100% sarà devoluto a Pink is good, progetto della Fondazione Umberto Veronesi, per finanziare sempre più ricercatori e ricercatrici che si dedicano alla cura dei tumori femminili

Il posto più bello dove ti sei allenata?

Due anni fa sono stata per lavoro in California al Coachella. Poi ho passato qualche giorno a Los Angeles. Un pomeriggio sono andata da sola in un campetto a Venice Beach e mi sono trovata a giocare con dei locals, dei ragazzi di Compton, per ore. Giocare lì con l'oceano, le palme e il tramonto intorno era pazzesco.

Scarpe da basket o tacchi?

Adoro le scarpe con il tacco, ne ho tantissime, ma le sopporto per massimo un'ora. Per il resto del tempo sneakers.

Viaggio del cuore?

Amo l'America, ma quest'anno mi sono innamorata della Norvegia. L'ho visitata in macchina e ho adorato i suoi fiordi, i suoi cieli, i suoi arcobaleni e i suoi tramonti.

Il tatuaggio cui sei più legata?

Tutti hanno un senso, ma quello cui sono più legata è questo che ho sull'avambraccio sinistro che riporta la scritta Fearless. Ho scelto il termine "Senza paura" perché ho sempre stata terrorizzata dagli aghi del prelievo, ma avendo avuto un cancro, ho dovuto superarla.

Cos'hai provato quando hai scoperto di avere un tumore, come lo hai scoperto e come hai affrontato la malattia?

L'ho scoperto nel 2012. Era la stagione in cui avevo appena iniziato a lavorare nel Pomezia. Avevo 20 anni. Durante la visita medico sportiva annuale in cui ci fanno l'elettrocardiogramma il dottore notò qualcosa di anomalo nel mio collo, come un bozzo da un lato. E mi consigliò di farlo vedere. A 20 anni ti senti invincibile così feci passare tre mesi prima di andare a fare un'ecografia. I medici mi dissero che era necessario fare una biopsia per capire la natura di questo bozzo. Aspettai altri sei mesi prima di fare la biopsia. Avevo un carcinoma papillare TIR 5 che è il più aggressivo di tutti. Mi operarono 20 giorni dopo. Non avevo paura, probabilmente per incoscienza. In generale poi quando c'è qualcosa che non posso controllare non vado in panico. I punti non mi hanno fatto molto male, a indebolirmi sono state le cure, ci sono stati giorni in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto.

Che ruolo ha avuto lo sport durante la malattia?

Dopo l'intervento sono stata ferma due mesi. Alla prima partita ho fatto un movimento brusco con la testa e si sono aperti i punti. Negli anni in cui ho fatto la radioterapia il mio corpo era molto debilitato: avevo freddo d'estate, la testa comandava e le gambe non rispondevano, correvo e mi mancava il fiato. Il fatto però di riuscire a correre anche solo 20 minuti mi motivava ad alzarmi dal letto.

Sei uno dei volti di Shopping4Good di QVC. Ci vuoi parlare di questa collaborazione?La prevenzione è importantissima, lo ripeto sempre, inoltre il tumore non guarda che età hai. Io quando il medico mi disse di fare l'ecografia aspettai due mesi e sei per fare la biopsia. Ora non commetterei più questo errore e sensibilizzo le mie amiche e i miei follower a fare prevenzione e a farsi vedere da un medico se notano qualcosa di diverso o di anomalo. Il progetto Shopping4Good di QVC mi sta a cuore, rispecchia completamente i miei valori e il messaggio che cerco di comunicare da anni. Sui social condivido sia gli aspetti belli sia quelli meno belli della mia vita, quindi ho il privilegio e la responsabilità di avere una voce che ha un certo impatto mediatico. Se posso diffondere un messaggio di prevenzione o di speranza lo faccio molto volentieri.

Progetti per il futuro?

Sto lavorando ad alcuni progetti mediatici tra i quali uno che si chiama Worlds Tour, che si concretizzerà nel 2024, che consiste in una serie di viaggi in cui racconterò, in veste di donna avventura, diversi luoghi.

I tre volti di SHOPPING4GOOD, il programma di shopping sviluppato da QVC: Samantha De Grenet, la signora Liana Buttafava e Valentina Vignali

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