FRAGILI E SOTTILI? NON è NORMALE. LA MALNUTRIZIONE è UNA METASTASI PER LE PERSONE CON CANCRO

Molte forme di fragilità si percepiscono alla vista, è come se le persone rimpicciolissero, diventassero più piccole, sottili, delicate. In alcuni casi la pelle sembra una velina quasi trasparente, quasi potessi scorgere le ossa, i passi sono più corti come il respiro. Le riconosciamo le persone malate perché sono dimagrite, hanno perso peso, la pelle è un abito ormai grande, la muscolatura è fine, assottigliata, e così la forza che deriva proprio dalla massa muscolare. Sono sicura che abbiate presente questi corpi, più o meno giovani, più o meno anziani. In altri casi la perdita di peso è meno evidente, si perdono forze ed energie ma il grasso è lì, attaccato, strenuamente, mentre il corpo si consuma da dentro. Una fiamma che brucia l’organismo e lo consuma. E’ il metabolismo del cancro, pochi o molti centimetri di massa di cellule, un incendio che rischia di divampare.

Il cancro è così, consuma cellule, nutrienti ed organi. Se riusciamo a fare un piccolo esercizio di immaginazione lo possiamo comprendere. In un organismo che dimagrisce senza volerlo sta succedendo qualcosa. La perdita di peso involontaria è causa o conseguenza di un processo infiammatorio o tumorale. In un mondo che cerca di perdere peso a tutti i costi per salute o per estetica, quelli che dimagriscono a causa di una malattia non sono presi in considerazione.

Invece è un segnale, forte e chiaro, una bandierina rossa che sventola e chiede attenzione e trattamento.  La malnutrizione nei malati oncologici è un problema: i soggetti malnutriti reagiscono peggio alle terapie, in alcuni casi sono costretti ad interromperle per la debolezza, in altri casi non guariscono. In un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione.

Nella settimana dedicata alla malnutrizione dei pazienti (non solo oncologici) la Società Americana di Nutrizione Enterale e Parenterale (ASPEN) ha diffuso alcune informazioni: i pazienti malnutriti hanno una probabilità 3.4 volte maggiore di morire durante un ricovero ospedaliero, le loro degenza è due volte più lunga a causa del recupero più lento, 1.4 volte necessità di servizi a domicilio e costano il 73% in più delle persone ben nutrite. Infine, hanno più spesso riammissioni in ospedale con un costo aggiuntivo di 10mila dollari ciascuno. Eppure, le terapie nutrizionali esistono e sono costo efficaci, ossia costano molto meno di quanto si spende per curare le complicanze della fragilità. Non si fa ancora abbastanza però: la desolante fotografia è stata scattata dal Forum Nutrendo della Società Italiana di Nutrizione Clinica (SINuC) che ha messo all’opera 4 tavoli di lavoro tra cui quello sulla formazione che ha rivelato come nel 24% dei Corsi di Medicina e Chirurgia nessun riferimento all’insegnamento dello screening nutrizionale. Lo studio della malnutrizione per difetto è assente ingiustificato nel 20% dei corsi e nel 24% non si insegna la malnutrizione per eccesso che pure è una priorità sanitaria.

Spiega il Professor Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC e ideatore del Forum Nutrendo“L’analisi svolta dal nostro gruppo di studio, ha

mostrato, in generale, che gli argomenti che attengono alla formazione della nutrizione clinica sono trattati in media da poco meno della metà dei rispondenti: questo significa che i medici non sviluppano la sensibilità a riconoscere uno stato di malnutrizione. Nel recente studio NUTRIONCO apparso sulla rivista Cancers abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti, in pratica la malnutrizione agisce in negativo come una metastasi”.

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