SALUTE MENTALE SFIDA DELLA SANITà PUBBLICA: LE CONSEGUENZE DEL COVID SUI GIOVANI E IL CROLLO DI ASSUNZIONI DI MEDICI SPECIALIZZATI

Ho incontrato i medici della Salute Mentale e della Neuropsichiatria, a Palermo. Il quadro emerso sulla condizione della nostra società, dopo l’emergenza Covid, è veramente inquietante. Sono certo che Palermo sia un campione rappresentativo di tutto il Paese. Un incremento delle richieste di trattamenti sanitari obbligatori del 40%, un incremento di dispersione scolastica e di tentativi di suicidio tra i ragazzi del 30%, nella fascia d’età tra i 14 e i 18 anni. Raddoppiati i casi di dipendenze da droga, alcolismo e gioco d’azzardo. Incalcolabili i danni di dipendenza dai social. Più 40% di casi di maltrattamenti e abusi, la metà dei posti in comunità occupati da autori di reati. La fascia d’età adolescenziale non è più quella indicata per mettere in atto efficaci azioni di prevenzione, ma bisogna ormai agire per la cura e anticipare la prevenzione agli 11-12 anni. Le richieste di intervento e di presa in carico, in neuropsichiatria infantile, hanno avuto un incremento del 30%, così come si registra un aumento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, con un abbassamento di età d’esordio già a 12-13 anni, con diffusione anche tra i ragazzi. Nella maggior parte dei casi questi disturbi si presentano in associazione ad altri disturbi psichici, come i disturbi d’ansia o dell’umore. I casi sono tanti, oltre 1.200 le richieste di prime visite psichiatriche per adulti a fronte però di un totale vuoto assistenziale per i casi di ritardo mentale.

Le conseguenze mentali del Covid e il calo di assunzioni di psichiatri e neuropsichiatri

A questa vera e propria devastazione corrisponde un desolante e proporzionale crollo, in alcuni casi dei 2/3, delle assunzioni di medici psichiatri, neuropsichiatri, psicomotricisti, psicologi, logopedisti. L’accesso a questo tipo di diagnosi prima e cura poi migliora la vita dei fragili e delle loro famiglie, ad esempio nel caso dell’autismo: prima viene diagnosticato e maggiore è la possibilità di incidenza nel migliorare la qualità di vita delle persone autistiche. Significa, inoltre, che una diagnosi fatta entro i tre anni di vita del bambino consente di mettere in campo azioni più efficaci. Sapete quali sono i tempi d’attesa per le diagnosi a Palermo, nonostante il massacrante lavoro dei pochissimi neuropsichiatri? Un anno. Sapete poi quali sono i tempi d’attesa per attività riabilitative in centri convenzionati? Fino a tre anni. Se la matematica non è un’opinione, e non lo è, siamo già sconfitti in partenza. Peraltro, trattandosi di patologie croniche Life-span, senza una particolare interferenza sulla lunghezza media della vita, le disabilità determinano una carenza progressivamente sempre più significativa delle risorse umane, già di per sé insufficienti. Dunque le epidemiologie sono in aumento, mentre proporzionalmente sono in calo i medici in servizio, a cui si aggiungono i medici che vanno in pensione e che sono numericamente maggiori rispetto a chi si specializza.

I Dipartimenti di Salute Mentale oggi sono una realtà cambiata rispetto a qualche tempo fa, sia gli organici e le risorse vanno adeguate. Tutte le attività di prosecuzione che ricadono nell’area abilitativa socio-sanitaria soffrono della mancanza di integrazione tra ambito sociale e ambito sanitario, determinando la insufficiente qualità e quantità di servizi di prosecuzione da rivolgere agli utenti di età adolescenziale e adulta, questo significa che la qualità di presa in carico della persona e dell’intero nucleo familiare risultano complessivamente molto scadenti. Infine l’interferenza sui processi di diagnosi e trattamenti terapeutici, determinata dalla carenza di adeguamento al fabbisogno assistenziale, ha come conseguenza la mancata realizzazione dei livelli essenziali di assistenza previsti da norme esistenti. La qualità di vita delle persone che hanno necessità di interventi sulla salute mentale costituisce un fattore importante, che aggrava il disagio socio ambientale già esistente con incremento di emergenze sanitarie e un aggravio di spesa farmacologica, ulteriori richieste di controlli sanitari. Insomma si innestano circoli viziosi che appesantiscono i disagi del mondo della sanità.

Pertanto è chiaro che bisogna soprattutto investire in prevenzione, così da seguire adolescenti e giovani sin dalla comparsa dei primi disturbi d’ansia, evitandone la cronicizzazione; invece le pochissime somme a disposizione consentono solo di intervenire su situazioni già gravi. Ed è l’approccio culturale che deve cambiare, lontano da ogni pregiudizio o stigma: promuovere la salute mentale è una delle sfide della sanità pubblica. Del resto il Piano d’Azione Europeo per la salute mentale è chiaro: tutti devono avere le stesse opportunità di ottenere il benessere mentale a qualsiasi età. Le persone con problemi di salute mentale sono cittadini che vedono perfettamente riconosciuti, protetti e promossi i loro diritti umani e hanno diritto a una terapia rispettosa, sicura ed efficace.

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