Un lancio di palla, e per molti cani il mondo si ferma.
È un comportamento familiare per tanti proprietari, che lo interpretano come pura voglia di giocare. Ma in alcuni casi, l'entusiasmo può trasformarsi in qualcosa di più: un comportamento compulsivo simile a una forma di dipendenza.
Una nuova ricerca congiunta tra la Vetmeduni di Vienna e l'Università di Berna, pubblicata su Scientific Reports, conferma che certi cani sviluppano una vera e propria ossessione per il gioco. Lo studio, condotto dal team della comportamentalista Stefanie Riemer e della veterinaria Alja Mazzini, ha analizzato 126 cani di diverse razze e ha scoperto che circa un terzo mostra segni di comportamento dipendente dal gioco.
Per valutare il fenomeno, i ricercatori hanno ideato un sistema di punteggio chiamato Addictive-like Behaviour Test (AB-Test). I cani con più di 44 punti venivano classificati come «giocatori compulsivi»: animali che fissano a lungo il loro giocattolo, ignorano il cibo se non possono raggiungerlo e insistono senza sosta per recuperarlo. «Quando un cane non riesce ad accettare che il gioco sia finito, possiamo parlare di un comportamento simile alla dipendenza», spiega Riemer.
Le razze più colpite? Terrier, Border Collie e pastori tedeschi, tutte selezionate per resistenza, concentrazione e forte istinto predatorio.
Gioco o dipendenza? La linea sottile
Non tutta l'intensità nel gioco è patologica. Per molti cani l'attività ludica è sana e stimolante, ma quando diventa un'ossessione capace di interferire con la vita quotidiana, può trasformarsi in un problema.
I ricercatori hanno integrato i test di laboratorio con un'ampia indagine su oltre 1500 proprietari di cani. Molti hanno descritto animali che continuano a giocare nonostante la stanchezza o piccoli infortuni. Tra le frasi più ricorrenti: «Il mio cane continua a giocare con la palla anche se ne paga le conseguenze».
Quattro erano i criteri principali, ispirati agli studi sulla dipendenza umana: desiderio intenso, fissazione, incapacità di fermarsi e regolazione dell'umore. Nei cani "dipendenti", le prime tre caratteristiche risultavano dominanti, mentre la quarta - usare il gioco per gestire emozioni - appariva marginale. Secondo i ricercatori, questo suggerisce che non è la gioia ma il bisogno compulsivo a guidare il comportamento.
Quando la genetica pesa più del gioco
La selezione genetica gioca un ruolo chiave. Razze allevate per lavori di resistenza e concentrazione, come i cani da ricerca o da competizione, presentano una maggiore predisposizione alla iperfocalizzazione e alla sovra-stimolazione. Quello che nasce come un vantaggio funzionale può diventare una difficoltà nella vita quotidiana.
«Alcuni cani perdono interesse per il cibo o per l'interazione sociale finché non riottengono il loro giocattolo», scrivono gli autori, sottolineando la somiglianza con certi stati di iperattenzione tipici del comportamento umano.
La buona notizia è che si può intervenire. Gli esperti raccomandano di introdurre pause regolari durante il gioco e di creare rituali chiari di fine attività, così da insegnare al cane a rilassarsi. Anche la varietà è fondamentale: alternare giochi di ricerca, momenti di calma o masticazione aiuta a bilanciare l'energia.
Se il cane mostra segni di stress, ansia o continua iperattività, è consigliabile consultare un educatore cinofilo o un veterinario comportamentalista per impostare un percorso personalizzato.
2025-10-14T14:14:31Z