I BENEFICI DEL SONNO SULLA FERTILITà

Trascorrete una notte serena: un augurio che si dovrebbe rivolgere anche alle coppie che desiderano avere un bambino. Gli esperti non smettono di ricordarci che l'età, il peso forma, un'alimentazione equilibrata, l'attività fisica, lo stress e il fumo influenzano la fertilità. Ma c'è un aspetto poco considerato: dormire poco e male ha un effetto negativo sulle chance di ottenere una gravidanza. È ciò che emerge da un'analisi della letteratura scientifica più aggiornata effettuata dall'embriologa clinica Laura Rienzi, direttore Ricerca e sviluppo del gruppo Genera, specializzato in medicina e biologia della riproduzione. "Gli studi che abbiamo analizzato, alla base di un editoriale della rivista scientifica Fertility and sterility, mostrano come una cattiva qualità del sonno influenzi vari indicatori importanti nel percorso di ricerca di una gravidanza, sia naturale sia attraverso la procreazione medicalmente assistita. Un buon riposo si associa positivamente ai risultati del trasferimento di embrioni con fecondazione in vitro, mentre il suo contrario può essere un fattore di rischio per esiti avversi nelle donne sotto i 35 anni. Perciò pensiamo sia necessario approfondire l'argomento e, se i dati ci confermeranno quanto già evidenziato, la qualità del sonno dovrà diventare uno degli elementi da studiare nella storia di una coppia in cerca di una gravidanza".

Perché gli stili di vita sono ancora così importanti in un progetto di maternità?

Perché, a differenza dell'età, sono modificabili. Il momento di massima fertilità è tra i 20 e i 35 anni, ma spesso non coincide con le tappe della realizzazione personale. Se è aumentata la vita media, l'ovaio è rimasto uguale e così il declino della fertilità che, in senso evoluzionistico, ha anche una funzione protettiva della salute femminile. Non ci sono metodi per migliorare la qualità degli ovociti, anche se la fecondazione in vitro aiuta a ottimizzare il processo e a trovare prima l'ovocita "giusto" rispetto ai tentativi per via naturale. Lo stile di vita invece può aiutarci a preservare e sfruttare al meglio le nostre capacità riproduttive, che sono limitate anche quando tutto va bene: in condizioni ideali, senza fattori di rischio e in giovane età, non si rimane incinta a ogni rapporto. Tanto che, secondo la letteratura scientifica, per parlare di infertilità ci vogliono almeno 12 mesi di rapporti regolari.

Quali sono i fattori che condizionano maggiormente la riproduzione?

Obesità, sovrappeso, ma anche essere sottopeso possono influire sulla normale ovulazione e sulla spermatogenesi nell'uomo. Altri fattori sono gli interferenti endocrini – contaminanti chimici che si trovano nell'ambiente e nei materiali industriali – e il fumo, che, secondo studi su modelli animali, ha effetto non solo su mamma e figlia, ma potenzialmente anche sulla riserva ovarica della nipote. Poi ci sono le conseguenze sulla gravidanza: in alcuni sistemi sanitari pubblici, per erogare i trattamenti di Pma è necessario che la donna segua una dieta per raggiungere il suo indice di massa corporea ideale, perché anche se con la stimolazione ormonale e la fecondazione in vitro si possono ottenere gli embrioni, ci sono i rischi ostetrici.

Perché, se si dorme male, è più difficile ottenere una gravidanza anche con la Pma?

Non c'è solo la componente tecnica. La fecondazione in vitro permette di far incontrare ovulo e spermatozoo, superando le barriere meccaniche: lo spermatozoo non deve nuotare nell’apparato genitale femminile, l'ovocita non deve essere catturato dalla tuba che deve essere necessariamente funzionale. Prelevato ovulo e spermatozoo, l'incontro avviene in laboratorio; poi l'embrione che si forma viene trasferito nell'utero nella giusta fase per la ricettività dell'endometrio. Ma la natura dell'ovulo, dello spermatozoo e dell'utero non viene cambiata. Le tecniche di Pma bypassano la meccanica, ma non modificano le qualità intrinseche delle cellule coinvolte, né possono risolvere eventuali fattori di rischio legati alla salute e allo stile di vita della paziente e nemmeno cambiare l'ambiente endometriale: è un intervento molto più "naturale" di quello che si immagina.

Quanto incidono le modifiche del ritmo circadiano, per esempio sulle donne che lavorano anche di notte?

Sono stati fatti numerosi studi scientifici basati sugli orari di lavoro di 120.000 donne. La privazione, l'interruzione e i disturbi del sonno e l'aritmia sono associati a una compromissione della funzione riproduttiva, alla sindrome dell'ovaio policistico, all'insufficienza ovarica prematura, rischi mediati da percorsi genetici-molecolari e ormonali, cruciali per i processi complessi e sensibili di secrezione ormonale, genesi del follicolo, ovulazione, fecondazione, impianto e mestruazioni. Nel caso delle turniste, ne risentono la regolarità del ciclo, la fertilità e addirittura gli esiti della gravidanza, col rischio di aborto. E, in base allo stesso studio, anche il successo nelle tecnologie di riproduzione assistita sono inferiori tra le donne che lavorano a turni o con problemi di sonno. Un sonno scarso, i disturbi respiratori e il lavoro a turni sono anche associati a diverse condizioni dannose in gravidanza, tra cui il diabete gestazionale e l'ipertensione. Una prova indiretta che i nostri ritmi circadiani sono importanti in ogni fase della riproduzione, dall'ovulazione fino alla gravidanza.

Il vostro studio, invece, cosa andrà a valutare?

Come esperti di infertilità possiamo misurare in modo oggettivo i risultati della fecondazione in vitro: quali sono le possibilità di gravidanza, quali i rischi ostetrici e così via. Avendo a disposizione un grande patrimonio di numeri dei trattamenti di Pma, siamo alla ricerca di uno strumento che possa essere validato da un punto di vista scientifico da un esperto di medicina del sonno e che sia abbastanza sensibile da darci dati oggettivi per capire se e come il sonno influisce: per esempio, sul tasso di successo dell'impianto quando si trasferiscono gli embrioni, valutandone la qualità sia nel periodo precedente che in quello successivo al transfer. L'obiettivo è considerare la salute della donna a 360 gradi, per ottimizzare le sue possibilità di successo durante il ciclo di fecondazione assistita, ma anche per concepire "a casa propria", mettendosi nelle condizioni migliori possibili per favorire una gravidanza.

A quali strumenti state pensando?

Oggi ci sono smartwatch, smartband e smartring, orologi, bracciali e anelli che, oltre alla respirazione, alla frequenza cardiaca, all’attività fisica, alle calorie consumate, monitorano anche il sonno. Quindi possiamo avere numeri e dati oggettivi, primo step per costruire uno studio, senza dover utilizzare strumenti invasivi né interferire sul percorso di cura delle pazienti.

2024-09-13T11:41:52Z dg43tfdfdgfd