QUANTE TAZZE DI Tè POSSIAMO BERE IN UN GIORNO

Quando si parla di , spesso lo si immagina racchiuso in una tazza fumante. Tuttavia, associare il suo consumo solo alla stagione più fredda è ormai solo un luogo comune. Il tè freddo, infatti, è un ottimo alleato per combattere l’afa estiva e in Italia il suo consumo sta crescendo a passi da gigante. Secondo uno studio condotto da Assobibe, la diffusione di tè freddo nel nostro Paese è aumentata del 13% rispetto allo scorso anno e lo spazio che questa bevanda sta conquistando cresce anno dopo anno. Insomma, gli italiani stanno abbracciando il tè freddo come una scelta dissetante e rinfrescante per affrontare le calde giornate estive. Del resto, le sfumature aromatiche delle tante miscele possono deliziare le papille gustative di chiunque e in qualsiasi stagione. Esistono tè di diverse tipologie, ma quasi tutte partono dalla fermentazione o ossidazione delle foglie di Camellia Sinesi. Tra i più conosciuti, il tè nero, verde, bianco, tè oolong e post fermentato. I tempi di infusione variano in base alla tipologia, cosi come il grado di teina. Per godere appieno dei benefici, è importante acquistare infusi di buona qualità e preparare la bevanda in casa. Spesso quelli in commercio, pur appagando il palato, sono molto ricchi di zuccheri.

Non superare le dosi consigliate

Sebbene i benefici di questa bevanda siano ben noti, un consumo eccessivo comporterebbe qualche rischio per la salute. “Quotidianamente non si dovrebbero superare le 4-5 tazze (da 25 cl) di tè, ovvero 400 mg di tè durante tutto il giorno, con un cucchiaino di miscela per ogni tazza”, spiega su Madame Figaro Bernard Srour, epidemiologo e ricercatore dell'INRAE (Istituto Nazionale Francese dell’Agricoltura). Il tè, infatti, contiene caffeina e un consumo eccessivo può causare effetti negativi come “nervosismo, aumento della frequenza cardiaca o persino arrossamenti sul viso”, afferma Nina Cohen-Koubi, nutrizionista. Senza contare che il tannino contenuto nella bevanda può interferire con il ferro presente negli alimenti e limitarne l’assorbimento. “Nel lungo periodo, un consumo eccessivo di té (in particolare quello verde e nero) potrebbe inibire l’assorbimento del ferro dalla dieta. Questo può avere ripercussioni negativi nelle persone che soffrono di anemia”, aggiunge la nutrizionista. L'interazione tra tè e ferro può essere ridotta consumando nello stesso pasto cibi che migliorano l'assorbimento del ferro, come quelli che contengono vitamina C (per esempio i limoni) e alimenti di origine animale che contengono ferro in una forma più facilmente assorbita, il cosiddetto eme (per esempio la carne rossa).

Tè come alleato della salute

Ora che abbiamo chiarito qual è il limite giornaliero da non superare quando consumiamo del tè, possiamo occuparci delle sue tante proprietà benefiche. Innanzitutto, il te contiene polifenoli, antiossidanti che aiutano a neutralizzare l’effetto dei radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo. Inoltre, i polifenoli sono un vero e proprio toccasana per il sistema immunitario e per la salute del cuore. Sorseggiare regolarmente tè verde ridurrebbe, seppure leggermente, il livello del colesterolo e migliorerebbe la pressione sanguigna. Ma non è tutto, perché la catechina in esso presente rinforza le ossa e i denti e, assieme alla caffeina può dare una sferzata al metabolismo e riducendo anche il senso di fame. I composti presenti nel tè nero e verde possono limitare la crescita dei batteri che causano la carie, infezioni e malattie gengivali. Infine, il tè verde può migliorare alcune funzioni cerebrali compresa la memoria di lavoro, ovvero quella a breve termine importante per la pianificazione, la comprensione e la risoluzione dei problemi.

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