TUTTO QUELLO CHE AVETE SEMPRE VOLUTO CHIEDERE SULLA PILLOLA ANTICONCEZIONALE

Quando si parla di pillola anticoncezionale (o contraccettiva), sono tante le cose che si sentono dire. Spesso, alcune, anche senza fondamento scientifico, basate sul passaparola, su conoscenze parziali o addirittura errate. Si raccontano falsi miti, si riportano le opinioni di qualcuno che neanche si conosce. Dall'altro lato, non sempre i medici e i ginecologi sono in grado di soddisfare le esigenze e le richieste delle pazienti, di farle sentire al sicuro, e di spiegare in maniera esaustiva (e necessaria) in che cosa consiste davvero questo farmaco così importante. In questo modo, si compromette il benessere, nonché la salute mentale, sessuale e fisica di una persona; e quella che ha tutti i presupposti per essere un'esperienza positiva, diventa negativa.

Giorgia, 29 anni, ci racconta: «Ho preso la pillola la prima volta verso i 18 anni, ero andata dalla ginecologa e lei mi aveva suggerito di prenderla, non era una mia richiesta. Di fatto, non ricordo neanche bene il perché l'avessi iniziata, se per la mia pelle piena di brufoletti e segni o per le ovaie policistiche. Sta di fatto che, una volta prescritta, ho iniziato a prenderla ma senza saperne quasi niente; la ginecologa non mi aveva spiegato. Gli effetti che già dalle prime settimane ho potuto constatare sono stati da un lato pazzeschi in senso positivo perché dopo anni e anni di pelle rovinata mi era venuta una pelle più uniforme, forte, liscia, sana. La cosa non mi sembrava vera! Dall’altro lato mi ero gonfiata e avevo molta fame, soprattutto d’estate con il caldo soffrivo per la ritenzione idrica e il gonfiore delle gambe. Oltre a questo non mi piaceva l’avere tutti i giorni una sveglia e dovermi sempre portare dietro il blister perché qualunque cosa stessi facendo suonava la sveglia e la trovavo una cosa fastidiosa. Poi l’ansia del dimenticarsela e del quante ore passavano. Un anno e poco più dopo sono andata da un’altra ginecologa a cui ho detto che prendevo questa pillola e mi ha subito detto che non andava assolutamente bene che mi fosse stata prescritta senza prima esami del sangue, difatti lei mi ha fatto fare subito gli esami e anzi, trovando un valore sballato, mi ha fatto interrompere la pillola. Questo episodio mi aveva molto fatto rimanere male perché uno specialista sbugiardava l’altro e non è mai piacevole perché ti chiedi dove sta la verità o comunque l’approccio giusto. Dopo questi esami la ginecologa nuova mi aveva fatto interrompere la pillola per poi effettuare nuovamente gli esami. Appurato che fosse tornato tutto ok, mi aveva detto che avrei potuto riiniziare, ma da allora ho preferito farne a meno. Dopo un anno ho iniziato a prendere l’anello e mi trovo veramente bene! Non sento effetti strani di botte ormonali, mi devo ricordare solo una volta al mese di metterlo e toglierlo e quindi penso sia più adatto a me!».

Vittoria, 29, ci dice: «Qualche anno fa prendevo una pillola con una carica ormonale molto alta (almeno per me). Ricordo che in fase di ciclo avevo proprio gli ormoni a mille, che mi provocavano sbalzi d’umore senza senso, magari mi arrabbiavo per una sciocchezza e reagivo in modo eccessivo. Da due anni prendo una pillola che ha una carica ormonale decisamente inferiore, non ho più sbalzi d’umore e non sento più una differenza grande quando ho il ciclo. L'unica pecca, quando scordo di prenderla anche solo per un giorno, è che ho subito spotting. Per il resto mi trovo bene con la pillola, bisogna solo ricordarsi di prenderla».

Daisy, 28, afferma: «Ho preso la pillola per circa 5 anni. Da quando ne avevo sedici, per problemi legati alla mia percezione di me stessa (peli, ormoni) e non per necessità anticoncezionale. Ho deciso individualmente di non prenderla più perché, oltre alla comodità del ciclo da poter programmare, non ne sentivo più l’esigenza. Una volta terminata l’assunzione mi sono resa conto di una perdita di peso, maggior desiderio sessuale, ma soprattutto ho sentito di aver ripreso coscienza di come il mio corpo ogni mese vive le fasi del ciclo».

Alice, 27, ci racconta: «I lati positivi sono che so sempre quando mi arriva il ciclo e mi sono diminuiti flusso, durata e dolori mestruali. Ho meno sbalzi d'umore e meno sensibilità. Ciò che non mi piace però è che proprio per questo a volte mi sembra di aver perso delle sfaccettature di me stessa; è come se mi sentissi più apatica. Ah, e poi, naturalmente, la ritenzione idrica».

Per capire quali siano i pro e i contro della pillola, in maniera onesta, e cercare il modo migliore con cui approcciarsi alla contraccezione, qualora lo si desideri o se ne abbia una necessità imprescindibile, abbiamo parlato con Vittoria Benini, ginecologa dell'Ospedale San Raffaele di Milano.

I pro e i contro della pillola anticoncezionale, l'intervista alla ginecologa

Quali sono i possibili effetti collaterali della pillola? A breve termine

«La cosa interessante da evidenziare è che gli effetti collaterali più comuni sono anche quelli a breve termine, e cioè reversibili: tensione al seno, un po' di nausea, un po' di mal di testa, gonfiore… Questi sono sintomi che fortunatamente nel giro di uno o massimo tre mesi scompaiono. Per cui quando qualcuno pensa di non poter riuscire a reggere la pillola, in genere, è perché non si è dato abbastanza tempo per abituarcisi, e quindi noi ginecologi consigliamo sempre di provare almeno per uno, due o tre mesi. Un'altra cosa un po' fastidiosa che può accadere con alcune pillole, e che comunque scompare anche in questo caso nel giro di al massimo di tre mesi, è lo spotting».

E a lungo termine?

«Sul lungo periodo, in realtà, più che di effetti collaterali, che non esistono in generale, si parla di condizioni in cui è sconsigliato o controindicato assumerla. Ad esempio, per le persone sovrappeso che fumano molto, esiste un rischio di trombosi, ma si tratta di una condizione di partenza che la pillola andrebbe, se mai, ad alimentare. Oppure, alcuni dicono che la pillola potrebbe dare fastidio al sistema cardiaco, per quanto riguarda la pressione: in realtà la alza davvero di poco, e se non si ha già grandi problemi in questo senso, è impossibile anche solo accorgersene. Il dibattito scientifico recente, inoltre, seppure ancora un po' aperto, non ha riscontrato una grossa evidenza del rischio di aumento di tumori al seno; quindi probabilmente la pillola non ha nessun effetto in questo senso. Per quanto riguarda invece i casi di forte familiarità, o se ad esempio lo si ha già avuto, ci può stare che qualche ginecologo potrebbe non essere tranquillo a prescriverla, ma è una discussione che una persona deve affrontare singolarmente e personalmente con uno specialista preparato, trasparente e di fiducia, che conosca i particolari del paziente e tenga monitorata la situazione. Ricordiamoci sempre che la pillola non si prende da soli. La cosa bella, per alcuni, è infine che la pillola fungerebbe da protezione contro il cancro dell'ovaio, dell'endometrio, e anche contro quello del colon-retto».

Se prendo psicofarmaci posso prendere anche la pillola?

«Dipende da che psicofarmaci, ma di base sì. Per le classi farmacologiche un pochino più pesanti, tipo gli antiepilettici, si consiglia sempre una consulenza approfondita con un ginecologo che possa interfacciarsi anche con lo psichiatra di riferimento, in modo tale da capire se è il caso di associare la pillola (e in caso anche quale) a quel determinato psicofarmaco che si sta assumendo. Per gli antidepressivi e gli ansiolitici non ci sono delle controindicazioni vere e proprie, con l'unica accortezza che alcuni, anche tra i più comuni, potrebbero avere l'effetto di potenziare l'effetto della pillola: nessun problema sull'efficacia contraccettiva, ma alcuni effetti fastidiosi potrebbero subire un potenziamento (anche qui con la postilla che, verosimilmente, andrebbero a sparire nel corso di pochi mesi). In questo senso è anzi interessante tenere bene a mente, per chi soffre di patologie che causano dolore cronico di origine ginecologica (dismenorrea o endometriosi), che si tratta di pazienti che beneficiano dell'effetto della pillola, perché nel caso dell'endometriosi la terapia farmacologica principale è proprio la pillola, e invece molto spesso a causa del dolore cronico, si tratta già di pazienti in terapia con antidepressivi o ansiolitici. Quindi è una combinazione che può avvenire senza problemi».

È vero che la pillola può far diminuire la libido? Dopo anni di assunzione senza riscontrare questa problematica, potrebbe presentarsi in futuro?

«Con la pillola si può registrare una diminuzione della libido, anche se non esageratamente (si ha molto di più con l'anello ad esempio). Questo è dovuto a un meccanismo ormonale: la pillola funziona perché inibisce una secrezione ormonale propria e naturale, e inibendo quella, fa si che l'organismo dipenda solo da lei, che però ti fornisce il suo dosaggio necessario. Tutti gli ormoni che si producevano naturalmente non vengono più prodotti allo stesso modo, e tra questi anche gli androgeni: prettamente maschili, sono quelli responsabili del desiderio sessuale, che come tutti gli altri subiscono un appiattimento. Quindi è assolutamente normale avere un calo della libido, però è un effetto soggettivo che non è uguale per tutti, e può anche diminuire, anche qui, con il tempo. La pillola può causare poi un po' di secchezza vaginale, quindi meno lubrificazione, per cui creare un po' più di dolore durante i rapporti e intaccare quindi una componente psicologica legata all'atto sessuale, che può contribuire a diminuire la libido. Se capita la soppressione ormonale, comunque, capita nell'immediato, non dopo anni».

Se decido di assumere la pillola, il mio corpo cambierà drasticamente in poco tempo?

«È scientificamente dimostrato che le pillole in circolazione oggi non facciano prendere peso, ma soprattutto non facciano ingrassare di grasso. Non c'è nessuna correlazione con un rallentamento del metabolismo. L'unica cosa è che come effetto iniziale, ma di nuovo è un effetto iniziale, si potrebbe creare nel sistema circolatorio un minimo di ritenzione idrica. Anche qui è soggettivo e su un soggetto predisposto le probabilità si alzano, ma parlando con uno specialista si possono trovare delle soluzioni adatte al singolo, come per esempio un allenamento o una corsetta in più, per risolvere anche questo fastidio».

Se smetto di prendere la pillola dopo tanti anni e non mi arriva il ciclo, cosa significa?

«Prima dei 90 giorni dalla sospensione, quindi almeno tre mesi, non ci facciamo il minimo problema. Poi si può fare un'ecografia e controllare se le ovaie stiano iniziando a prendere un pochino di vita. Non è assolutamente un problema averle tenute "spente" per un po' o per tanto tempo, semplicemente, appunto, c'è bisogno di "risvegliarle". La pillola non compromette la fertilità e non rende sterili».

La pillola è davvero l’anticoncezionale migliore?

«Ha un'efficacia altissima, se la si prende bene. Ha il 93% di possibilità che funzioni, e quel 7% mancante potrebbe effettivamente spaventare. In realtà quel 7% è un dato che si riferisce a chi le prende male: ci sono quelle che magari la saltano, quelle che se la dimenticano, quelle che ne prendono due e poi non la prendono più per tre giorni… Quelle che magari prendono altri farmaci, tipo antibiotici spot, e non gli viene in mente che magari potrebbero causare interazioni non desiderate… Se la si prende bene, la percentuale di fallimento della contraccezione si abbassa allo 0,5%, quindi è scientificamente bassissima. Per cui sì, è molto efficace e ha una serie di vantaggi enormi, non solo a livello contraccettivo, ma anche sul controllo del dolore del ciclo, del dolore durante i rapporti, dell'endometriosi, dell'acne, sul controllo delle mestruazioni in generale indipendentemente dallo scopo contraccettivo in sé. Il ciclo della pillola, infatti, è un ciclo finto; non serve funzionalmente al corpo, se non a livello psicologico per questioni di abitudine. Assumendola, si può decidere di non farsi venire proprio il ciclo: ci sono tantissime malattie, prima tra tutte, ancora, l'endometriosi, per cui la si prende proprio per evitare di avere il ciclo e il dolore atroce che ne consegue. Chi ne soffre infatti non la sospende mai. Il classico "se non espello mai quel sangue, chissà dove si accumula" è una credenza completamente sbagliata. Quel sangue non esiste».

I veri svantaggi della pillola

«Oltre alle condizioni particolari già nominate da monitorare con il proprio medico, la cosa più fastidiosa è che si tratta di un farmaco cronico, che quindi dipende inevitabilmente dalla persona che lo assume. Bisogna prendere la pillola in modo corretto e con costanza, mentre ad esempio la spirale si può mettere una volta ogni tre o cinque anni, e dimenticarsela lì. Però la pillola è comoda perché si può interrompere quando si vuole in ogni momento, mentre la spirale si deve andare a toglierla. Il vero svantaggio della pillola, come per il resto della contraccezione femminile, è che non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili».

Quali altre opzioni contraccettive abbiamo? Non solo femminili

«Per ora la pillola maschile è ancora nell'aria. L'unico grande contraccettivo maschile disponibile ad oggi è il preservativo: funziona molto bene a livello contraccettivo (anche se non come la pillola, perché è più facile che si verifichino casini meccanici) ed è anche l'unico che protegge dalle malattie sessualmente trasmettibili.

Per le donne esistono poi i contraccettivi ormonali e sistemici come appunto la pillola, il cerotto o l'anello; il principio è lo stesso e, a seconda di come sa gestirsi il paziente, ne si consiglia l'utilizzo di uno o quello di un altro (il cerotto, ad esempio, lo appiccichi e rimane lì: qualcuno potrebbe preferire questa modalità all'assumere un farmaco ogni giorno, ma comunque bisogna stare attento a non sudare troppo, che non si stacchi).

Poi c'è la famiglia delle spirali. Quella più vecchia è quella al rame, che usavano le nostre mamme. Fondamentalmente crea all'interno dell'utero un ambiente talmente infiammato e tossico per cui la gravidanza non si riesce a impiantare, però non coinvolge il funzionamento degli ormoni. Infatti, ad esempio, ora le spirali sono utilizzate come anticoncezionali da quelle persone che hanno una assoluta controindicazione a intervenire sugli ormoni. Anche qui, tuttavia, ci sarebbero poi una serie di pro e contro. Un tempo le spirali al rame venivano utilizzate perlopiù dalle donne che avevano già partorito per assicurarsi di non avere più figli, ora invece sono diffuse tra le ragazze giovani anche le spirali al progesterone. Se si hanno controindicazioni agli estrogeni, sono infatti molto comode (la pillola più comune è quella combinata, estroprogestinica, ma esistono minipillole solo al progesterone per chi ha controindicazioni all'estrogeno), per esempio per pazienti obese o che magari hanno avuto tante cisti al seno. Si possono mettere anche se non si ha mai partorito e sono talmente piccole che non danno fastidio, proprio come l'anello. L'anticoncezionale migliore in sé e per sé, comunque, è sempre quello che risponde alle esigenze e alle richieste del paziente».

Servono gli esami del sangue perché la pillola mi venga prescritta?

«Come regola generale nessuna società scientifica al mondo dice che è necessario fare gli esami del sangue prima di prescrivere la pillola. È una decisione molto soggettiva del medico. Non c'è necessità in realtà nemmeno di una visita ginecologica vera e propria, tantomeno di un pap test, ma solo del consulto con ginecologo (quello sì!). La cosa da indagare bene, secondo me, è la storia del paziente. Quindi per esempio che non abbia gente in famiglia che ha avuto la trombosi a vent'anni, o qualcosa che può far sospettare in generale una storia trombotica; gli esami del sangue, servono proprio per segnalare certi problemi di coagulazione che potrebbero portare a eventi trombotici. E poi è importante che il medico veda in faccia il paziente per stabilire quale sia l'anticoncezionale che fa proprio al caso suo».

Cosa consigli a chi vuole intraprendere un percorso con la contraccezione?

«Innanzitutto e riassumendo, è importante capire cosa si vuole e cosa si è disposte a fare. Ci sono una serie di richieste che una paziente deve poter fare, per poi discutere insieme al ginecologo la direzione e l'anticoncezionale migliore da prendere per lei. Poi, è importante sapere che relazione sessuale si ha (se serve saltuariamente, magari davvero non ce n'è bisogno), e capire anche che tipo di effetti collaterali si è disposte ad accettare (e quali invece no). Consiglio anche di andare da qualcuno che possa spiegare sinceramente che cosa può succedere, le cose per cui non bisogna preoccuparsi e le cose per cui, eventualmente, sì. E anche come risolvere queste ultime. Fondamentale è quindi affidarsi a uno specialista di cui ci si fida, e con cui si ha una confidenza tale da poter contattare o scrivere in ogni momento, ad ogni dubbio, o incertezza».

2024-09-11T10:38:17Z dg43tfdfdgfd